[Montanellibugiardo] Fwd: Montanelli e Kipling
Andrea Olivieri
andreaolivieri a proton.me
Mer 12 Mar 2025 14:33:45 CET
Scusate, volevo fare una prova. Mi pare di capire che per rispondere alla lista tocca fare Reply to all, altrimenti si risponde solo a chi ha scritto la mail precedente?
a.
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-------- Original Message --------
On 3/12/25 12:05, Mr Mill wrote:
> Ciao, trascrivo qui la traduzione di Roberto delle lettere di Kipling dove quest'ultimo fa riferimento alla guerra d'Etiopia. Così iniziamo a usare la mailing-list e, nello specifico, questo thread per materiali e confronto sul "Kipling amico immaginario di Montanelli".
>
> Cercando i dati di edizione del libro (che ho inserito sotto) ho beccato il volume scansionato su archive.org: [qui](https://archive.org/details/lettersofrudyard0006kipl/page/n7/mode/2up).
>
> «Riguardo all'Abissinia la situazione è naturalmente “frizzante”. L'altra sera, a cena, ho avuto la fortuna di aiutare a "stappare" Stonehaven (Johnny Baird), che ha lavorato sotto Cromer ed è stato mandato in Abissinia, come una sorta di incaricato d'affari, nella sua peccaminosa giovinezza. Partecipò a una spedizione dell'allora esercito abissino. Conferma ciò che tu ipotizzavi: che sono inafferrabili, non hanno bisogno di un servizio medico o di una catena di rifornimenti, ma lui pensa che se gli italiani riusciranno a sopportare cinque anni di combattimenti e dissenteria potranno “ottenere un alloggio”. Suona di buon auspicio per Muso. Il tentativo del governo di fare di buoni abissini [finora] protetti materia di scambio con l'Italia per salvare la faccia della Società delle Nazioni mi ha spiazzato. Credevo sinceramente che ci fosse un limite alle nostre follie nel sentimentalismo internazionale.»
> Lettera al colonnello C. E. Hughes, 6 luglio 1935.
>
> "Muso" è ovviamente Mussolini.
> Il riferimento alla "materia di scambio" è spiegato in una nota: l'1 luglio Anthony Eden, allora ministro degli esteri britannico, aveva proposto di cedere all'Italia un pezzo di Somaliland britannico se avesse moderato le proprie richieste nei confronti dell'Abissinia. Qui Kipling chiama "abissini" tutti gli abitanti del Corno d'Africa.
>
> «La situazione politica qui in Europa sembra essere uscita dai confini della ragione. Ricordando quanto ci è costata la guerra boera solo in malattie (e questo in un Paese sano e con un clima relativamente perfetto) tendo a pensare che, anche dovesse l'Abissino astenersi dal combattere, e limitarsi ad andarsene in giro per la sua sgradevolissima terra [penso intenda dire: a farsi inseguire, N.d.T.], il costo per l'Italia in termini di vite umane sarebbe pesante. Non si possono ammassare grandi gruppi di uomini bianchi in accampamenti con un clima caldo. Allora impiegammo un anno abbondante per suddividere le nostre colonne in piccoli pezzi, sia per le difficoltà di approvvigionamento che per l'igiene degli accampamenti. In due anni e mezzo ne perdemmo quasi trentamila per malattie e circa un quarto per perdite in battaglia.»
> Lettera a J.W. Barry, 14 settembre 1935
>
> Per le eventuali note, queste due citazioni sono tratte rispettivamente da pag. 374 e pag. 395 del volume Thomas Pinney, The letters of Rudyard Kipling. Vol. 6 - 1931-1936, University of Iowa Press, 2004.
>
> Franco
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